Un dispositivo performativo ed esperienziale, che invita i partecipanti ad indagare la malattia cronica del nostro tempo: la stanchezza. Quella stanchezza profonda che genera immobilismo, distanza dal corpo e dall’acqua. O quella sana stanchezza che rigenera, rilassati dall’ansia di “prestazione”, immersi nel tempo sospeso dall’attivismo! Giocheremo a “lavare” la stanchezza, ispirandoci ad alcune tradizioni olistiche di cura di diverse culture, e, con la libertà di inventarne delle nuove che ci traghettino verso la sponda del desiderio, trasformando l’immagine della spossatezza in grazia di corpi in movimento tra diverse età e culture. Si incontrano comunità spesso poste ai margini delle due città in cui si realizza il progetto: Torino e Cagliari. Il processo di indagine e sviluppo drammaturgico si svolge in Sardegna, tra la città e altri luoghi dell’isola con una forte carica energetica, e nel mese di ottobre si realizza una residenza artistica di 2 settimane alle Officine Caos di Torino. Ci ispiriamo liberamente agli scritti di Byung – Cul Han, Peter Handke e Cesare Pavese.