Aresta è un’installazione sonora-scultorea che trasforma un insieme di sassofoni in un’entità autonoma rendendo autonomi gli strumenti. Sospesi da strutture metalliche, i sassofoni non hanno più bisogno di un corpo umano per esibirsi. La musica viene generata da un computer tramite l’intelligenza artificiale, riprodotta attraverso gli strumenti e sincronizzata con più di cento LED posizionati all’interno dei loro corpi. Il risultato è una coreografia poetica della luce che crea un senso di movimento, anche se gli strumenti sono immobili. L’esecutore interagisce con l’installazione, mettendo in discussione la necessità di un corpo umano sul palco e la potenziale obsolescenza del suo ruolo.