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STORIE DI SCENA

“Storie di scena” è la rubrica video della Stagione di performing arts “Differenti Sensazioni” nella quale intervistiamo gli artisti, gli autori, i performer che ospitiamo a Officine CAOS.
Una raccolta di video interviste in cui gli artisti ospiti presentano il loro lavoro, svelandone le visioni, i linguaggi adottati, gli obiettivi di progetto.

La rubrica può essere consultata anche sul nostro Canale YouTube cliccando qui.

DALL’ALTRA PARTE

Una casa separata da un confine, che l’uomo ha tracciato a seguito di un temporaneo armistizio, diventa metafora dell’attesa, di un’esistenza sospesa, in bilico tra realtà e illusione, in cui si possono scorgere i resti di qualche vecchio elemento d’arredo, mentre tutto intorno risuonano le voci, i boati, le sirene, i rumori di un campo di battaglia. Atom e Levana, superstiti di uno scenario quasi apocalittico, sono una coppia di mezza età che vive tra due paesi confinanti e in guerra, essi trascorrono il tempo dentro la loro piccola casa rotta, ammaccata, sbilenca, consumata, in attesa che l’amato figlio, partito per la guerra, torni a illuminare di nuova speranza il loro presente.

ÉTUDE DES HOMMES

In “Étude Des Hommes” la compagnia VANDEUTEKOM esplora, con due danzatrici in scena, il tema del maschile, del femminile e dei codici comportamentali da una prospettiva femminile, con il linguaggio del corpo. La ricerca di un punto fermo, di una storia e del potere che si nasconde dietro emozioni come la gelosia e la solitudine. “Étude Des Hommes” tratta i temi della fratellanza, del riavvicinamento e della comprensione reciproca. Una ricerca sui codici e sulla parità di genere nella mente, nel corpo e nei comportamenti. Sfidante e indagatore, una prova di forza fisica ed emotiva.

ESERCIZI PER SCOMPARIRE

Immagino un elenco numerato in cui perdere il filo, nonostante o data la presenza dei numeri: l’elenco numerato di esercizi per scomparire. Zibaldone di pensierini bambini a passeggio nell’indeterminatezza, nel dominio del ‘pressappoco’, del non misurabile, nel dormiveglia.

VARIAZIONE No.1

Con Variazione No.1, Sorelle di damiano propongono un tentativo di resistenza alla narrazione, alla ricerca di significato, fin troppo cercati nella lettura di un’azione performativa.
Il lavoro esplora la relazione liminale tra corpo e suono nella quale la partitura sonora di un sintetizzatore incontra una danza decisa e dinamica. Questa produzione sfida l’idea di un racconto lineare e accessibile, portando in superficie l’essenza dell’esperienza umana senza la necessità di un racconto da dipanare o un tema da affrontare, offrendo la realtà per ciò che È.

SWAN

Si scorge un uomo e il suo dare spazio a quel bisogno di fantastico, surreale, grandi sogni e piccole magie. Ne emerge l’innocenza, la parte fanciullesca che gioca scavalcando l’età, entrando in più stanze della propria anima, insieme al bisogno di evasione e ribellione. 
Sullo sfondo un lago dalla superficie increspata dal quale emergono nuovi differenti cigni, inevitabile l’incontro con i miti contemporanei e l’immortalità.
Come un esploratore mi sono messo in viaggio, in fondo per trovare il coraggio di uccidere il Cigno.

LIMINALITY

“LIMINALITY”  è un’esperienza sonica spazializzata in cui l’elemento luminoso e la musica interagiscono in tempo reale in un processo sinestetico immersivo e avvolgente. Le architetture musicali si muovono incessantemente tra composizione e improvvisazione attraverso un procedere elastico del flusso sonoro, una sorta di “rubato” che restituisce un respiro orchestrale alla musica. Un respiro fatto di andamenti sinuosi, dinamiche espressive, sonorità organiche e composite, melodie contrappuntate avvolte da flussi cangianti e magmatici, ondate accordali su cui si stagliano suoni percussivi tellurici. “LIMINALITY”   è un’opera sinfonica per un’orchestra immaginifica.



KEVIN

KEVIN è circo contemporaneo, danza e musica.
KEVIN ha a che fare con delle scarpe di ghiaccio da 6 kg l’una, con il funerale di una chitarra, con i limiti e con la distruzione.
KEVIN non parla di cose, mostra delle cose.

 

 

DRAMA SOUND CITY

Una performance dal forte impatto visivo e musicale che si rivolge a un pubblico eterogeneo, curioso e attento alle novità. Uno spettacolo dal vivo visionario, un ponte tra electro music e performance art.
La performance in cui si intrecciano arte visiva e performativa, musica elettronica e pop sperimentale, conduce lo spettatore attraverso sei scene/quadri visionari, scanditi da luci, azioni e suoni che compongono e scompongono geometrie della periferia cittadina come in un time lapse che ne cattura le rapide trasformazioni, cogliendone i caratteri più solitari, notturni, enigmatici.

MOUNTAIN – FIRST PART

Mountain – First Part è un’anteprima del nuovo lavoro in progress di Nina Traub: un assolo eseguito per la prima volta dal vivo. Abbiamo l’opportunità di conoscere il suo processo di creazione e far parte della fase di studio di un’opera, spesso nascosta alla vista degli spettatori.
Mountain, sarà “marrone”. Nella sua versione definitiva sarà una performance composta da quattro assoli di quattro danzatori accompagnati da musicisti dal vivo.

PRELUDIO PER LILA

La propaganda è telecinesi, e il segreto per piegare il cucchiaino con la mente è capire che il cucchiaino è fake news. Parole e immagini possono farci credere che qualcosa sia là quando non c’è. Un inganno, come a teatro. Non solo nella vita del singolo, nella fenomenologia individuale, ma anche a livello sociopolitico osserviamo le stesse dinamiche. La giostra dell’attualità e la giostra dei nostri desideri sono una dentro l’altra e si somigliano. In entrambi i casi lasciamo che sia qualcun altro a fare il giostraio. Che i due giostrai siano lo stesso, poi, ci è ovvio ma lo neghiamo al contempo. Dall’apparenza alla credenza, la possibilità del grande inganno implica un grande potere negletto, un gigante quiescente nella mente di ogni parlante. E’ la stessa energia dell’atomo che si nasconde in ogni etimo.

ATTITUDE

Come funziona la lingua? Come possiamo codificare una lingua all’interno di una forma astratta? La scena vuota è il luogo in cui l’azione produce il suo codice, creando uno spazio da immaginare, uno “spazio linguistico”. “Attitude” è un duetto tra due performer, con competenze nel campo della musica e della danza. Si muovono all’interno di spazi di azione, movimento e suono, simbolo e realtà, nel tentativo di creare un significato in astratto.

HOW TO ENJOY CEYLON TEA

Come gustare una tazza di tè, rigorosamente di Ceylon? Una domanda che rivela il passato coloniale dell’Occidente e il desiderio di insegnare il modo più efficiente di fare le cose. Ma la performer Canan Yücel Pekiçten inventa “altri” modi di gustare il tè di Ceylon: per esempio, “inzupparvi i miei calzini e i miei reggiseni bianchi nel tè per renderli di un colore di pelle più scuro, che si adatta al mio. Il mio sforzo creativo mi ha portata ad osservare lo Sri Lanka, l’opera di Georges Bizet “I pescatori di perle”, la comunità dei veri pescatori di perle di Ceylon e le loro lotte quotidiane”. L’opera lirica, espressione della cultura occidentale, è la fonte critica del lavoro della coreografa: anche se immersa in un’opera classica occidentale, sfida e sovverte le questioni che tratta.

SIAMO TUTTI IN PERICOLO

Siamo tutti in pericolo, disse Pasolini nell’ intervista realizzata poche ore prima che fosse assassinato, testimoniando la sua lungimiranza circa il destino dell’umanità. Lo spettacolo è uno studio, l’inizio di un percorso, e nasce dal fatto di sentire forte il pericolo non tanto di scomparire, ma addirittura di non esserci mai stata, scrive l’autrice Claudia Caldarano. Come riesce questa condizione ad annichilire il nostro spirito critico, la propensione a lottare, la forza e il coraggio di essere contro e di perseguire chi siamo?

TRACCE

Tracce | Looking for a place to die è un viaggio appassionato alla ricerca di un con-vivere e di un con-morire, tra momenti di stasi, slanci e scatti improvvisi. I corpi danzanti si allontanano da ciò che conoscono per cercare nuovi sensi, nuovi percorsi, nuove possibilità. Vivendo l’istante, il qui e ora, in scena l’astrazione della danza si traduce nella concretezza di rapporti e contatti umani.

ISLAND

Da qualche parte al confine tra danza e arti visive, immaginate due isole baciate dal sole, alla deriva, legate da un’attrazione magnetica. Sono abitate da esseri solitari, sculture in movimento che ballando sotto il sole stanno di guardia sulle rive dell’oceano. La loro paura della collisione si rivela attraverso movimenti scarni e geometrici, e il desiderio di mostrarsi e di connettersi è frenato dal timore di svelarsi reciprocamente.

BAKÉKÉ

Nel tempo libero, nella carriera, negli sport che pratichiamo, o anche in un semplice gioco, vogliamo soprattutto avere successo.
Ma cosa succede quando, invece di avere successo, falliamo?
Ma nella vita il fallimento è inevitabile. Invece di accusare se stessi, bisogna accettare il fallimento per imparare dall’esperienza, trasformando la sconfitta in qualcosa di positivo.
In questo spettacolo, il signor “Bakéké” trasforma le sue sconfitte in giochi. I secchi diventano oggetti di divertimento e invenzione, aprendo la porta a un nuovo traguardo che nasce dal fallimento. Ma la sua ambizione lo porta a confrontarsi con i propri limiti e con la sua ostinazione di fronte all’impossibile.

JULIETTE

Se Giulietta avesse fatto una scelta diversa? Se invece di uccidersi col pugnale di Romeo, avesse accettato l’invito del frate a fuggire? Giulietta è morta ma Juliette decide di vivere, decide di strappare le pagine del libro che la chiudono in un vincolo eterno d’amore con Romeo. Juliette inizia un viaggio alla ricerca della sua libertà ma c’è una storia che la reclama costantemente. Ci sono delle persone costrette a vivere la tragedia da cui lei è scappata.

Tra antichi rancori ed eterni atti d’amore incosciente, Juliette trascina il pubblico all’interno del suo viaggio, fatto di ricordi, tensioni e amori che non finiscono. Juliette è una lente di ingrandimento che mette a fuoco i tormenti dei padri e la fragilità delle madri, dona luce ai vani sogni dell’essere umano e ai suoi continui tentativi di cambiamento, rende onore al coraggio di chi parte e alla sofferenza di chi è costretto a rimanere.

LA NEBBIA DELLA LUPA

“La lupa” è una sottile nebbia che si sviluppa sopra la superficie marina dello stretto di Messina per poi lambire la costa grazie al soffio delle brezze; un’espressione che si accompagna a origini incerte, gravida di mistero e di narrazioni antiche.
In questo clima tra il sinestetico e l’onirico, “La Nebbia della Lupa” ci accompagna in un sogno ad occhi aperti, in un tourbillon di figure allegoriche, cambi d’abito, scale cromatiche, maschere, ventagli, lanterne cinesi dei colori dell’iride, teste equine, elmi celtici, epifanie sciamaniche. Un teatro immaginario che scaturisce dalla sostanza concreta di atti performativi che indagano il mistero da cui tutti provengono e a cui si è naturalmente attratti.

ZOOLOGIA

“Zoologia” è un progetto di ricerca coreografica per la creazione di diversi esseri immaginari di natura zoolatrica e chimerica che prendono vita da un corpo umano. Uno zoo interiore, un bestiario delle meraviglie, orrido e fantastico.

BLAH

Per tutti coloro che non si sentono felici ma neanche tristi, per chi va avanti per inerzia, per chi vede il mondo sfocato, per chi non sa come sta, per chi semplicemente non sente niente. Attraversando l’universo narrativo di Oblomov, le parole di Adam Grant e l’esperienza personale vissuta durante la pandemia, “BLAH” sviluppa una narrazione di corpi per indagare e vincere il non-sentimento dell’apatia.

“BLAH” è uno stato di non-percezione che conduce a una vita di solo pensiero senza possibilità di azione, a una frattura tra i sogni personali e le energie per metterle in atto, al prosciugarsi della motivazione in una vita stagnante fino a provare un’indifferenza verso la propria indifferenza.

FEMINA

“FEMINA” è una performance audio-visiva a doppio schermo che sovrappone reminiscenze di cori polifonici a composizioni di musica elettronica e destruttura campioni di dipinti rinascimentali in un flusso evolvente di immagini reattivo al suono.
È un progetto che esplora l’idea di grazia e l’occhio che la cristallizza durante il Rinascimento, quello dei pittori, che l’hanno accordata per eccellenza alla figura femminile. Durante la performance la sezione aurea viene messa in dialogo con proporzioni e principi matematici alternativi, gestibili grazie alla potenza di calcolo degli algoritmi di Jitter. Le polifonie vocali sono trattate tramite processi esasperati di quantizzazione e risintesi che ne alterano la natura in modo da poterli sovrapporre con le sonorità di matrice elettronica.

KAFKA’S INSECT

Una performance interdisciplinare di Ruben Zahra basata sul romanzo “La Metamorfosi” di Franz Kafka, pubblicato nel 1915. Il profilo interdisciplinare di questa performance presenta la narrazione attraverso un ciclo di scene di video-art, accompagnate da un pianoforte dal vivo e sintetizzatori analogici modulari con un’enfasi sul MOOG Mother 32. In “Kafka’s Insect” la narrazione è presentata attraverso le sezioni della storia che tratteggiano in particolare il suono, come quando i mobili nella stanza di Gregor vengono spostati da sua madre e sua sorella, o quando un’ampolla medicinale si frantuma sul pavimento, o ancora quando la pioggia scroscia contro i vetri delle finestre…

ANGRY HOUR

In “Angry Hour” le artiste Sööt/Zeyringer affrontano il tema della “rabbia femminile” nel loro consueto stile minimalista. Ricordano le donne che nella storia, nella mitologia, nella cultura pop e nella vita quotidiana hanno espresso la loro rabbia: Serena Williams che distrugge la sua racchetta da tennis dopo una discussione con l’arbitro, Martha Rosler che usa gli utensili da cucina in modo minaccioso in “Semiotics of the Kitchen”, o Carrie nell’omonimo classico horror la cui rabbia repressa culmina in una brutale vendetta.
Tiina Sööt e Dorothea Zeyringer esaminano e decostruiscono la rabbia femminile, ne rivelano le potenzialità così come gli elementi distruttivi e autodistruttivi.
“Angry Hour” è una raccolta di 28 tipologie di rabbia che insieme danno vita ad un’inarrestabile ondata di indignazione.